Industria 4.0: quali crediti imposta beni strumentali?
Rinnovare il parco beni strumentali, investendo in innovazione, significa aumentare la competitività e la produttività con impianti tecnologicamente avanzati. Spesso, in particolare quando parliamo di micro, piccole e medie imprese, o di start up innovative, la scarsa liquidità si ripercuote negativamente sugli investimenti in innovazione. Questa è la considerazione che sta alla base del provvedimento Piano Impresa 4.0, volto proprio a consentire l'ammodernamento dei beni materiali e immateriali, oltre che la trasformazione tecnologica e digitale, delle aziende manifatturiere italiane. La prima misura introdotta dal MISE nel settembre 2016, copriva un arco temporale di quattro anni (dal 2017 al 2020).
La misura del super e iperammortamento prevedeva:
- l'acquisto di nuovi macchinari o beni strumentali ad elevato contenuto tecnologico usufruendo di particolari agevolazioni fiscali. Per il superammortamento era prevista, per l'imprenditore, la possibilità di maggiorare il costo di acquisto dei beni strumentali del 40% ai fini delle imposte sui redditi, mentre per l'iperammortamento si poteva arrivare fino al 150% sui costi di acquisto di beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie che permettevano la trasformazione in chiave 4.0.
- la possibilità di accedere a finanziamenti concessi dagli istituti bancari convenzionati con il MISE a tasso agevolato e tasso zero per tutte le PMI che acquistavano nuovi macchinari e investivano in innovazione (cosiddetta Legge Nuova Sabatini).
Il Piano Industria 4.0 è stato un importante incentivo per tutte quelle imprese con sede sul territorio italiano che, grazie a questa misura, hanno potuto migliorare e rendere più competitivi i loro processi produttivi. I benefici per le piccole medie e imprese, per le start up e per le micro imprese non hanno tardato a farsi evidenti e hanno posto l'attenzione sulla necessità di prolungare gli incentivi.
Recovery Fund Italiano pone il primo mattone con il Piano Transizione 4.0
La Legge di Bilancio 2021 ha stabilito il definitivo superamento del Piano Industria 4.0 istituendo il Piano di Transizione 4.0, una nuova misura che, come definita anche dal Ministero dello Sviluppo Economico, rappresenta il primo mattone su cui si fonda il Recovery Fund Italiano. Di fatto il Credito d'Imposta per i Beni Strumentali viene in parte modificato e reso strutturale.
Con uno stanziamento di 24 miliardi di euro il Piano Transizione 4.0 intende offrire certezze e stabilità alle imprese con nuove detrazioni potenziate delle aliquote. Le nuove misure riguardano gli investimenti fatti a partire dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2022, con una proroga fino al 30 giugno 2023 qualora entro il 31 dicembre 2022 l'azienda fornitrice del bene strumentale abbia accettato l'ordine e sia stato effettuato un pagamento in acconto pari almeno al 20%.
Per gli investimenti agevolabili relativi ai beni strumentali materiali il tetto massimo di spesa è di 20 milioni di euro, mentre per quanto riguarda le aliquote quelle previste per il 2021 e il 2022 sono:
- per investimenti fino a 2,5 milioni di euro il 50% della spesa
- per investimenti compresi tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro il 30% della spesa
- per interventi superiori a 10 milioni di euro (fino a 20 milioni di euro) il 10% della spesa
A questi possono andare ad aggiungersi quelli previsti per le altre Misure Attive, come il Bonus Formazione 4.0, gli Incentivi per il Sud e gli Aiuti alle Imprese. Appare evidente quindi che, oggi più che mai, conviene davvero investire in innovazione, poiché grazie al Piano di Transizione 4.0 riusciamo a ridurre notevolmente il peso dell'investimento.
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